Camargue sale e sopravvivenza
Camargue sale e sopravvivenza
Le saline di Giraud nella Camargue sembrano un mondo alla fine del mondo, una sorta di ambiente post apocalittico dove l’uomo ha abbandonato il territorio e la natura sta riprendendo il suo spazio. Il sale per secoli è stato usato come conservante, grazie alla sua capacità di abbattere ogni forma di vita. Qui l’uomo grazie a canali e vasche di contenimento e grazie ad una orografia del territorio favorevole, ha concentrato il sale per secoli. Produrre sale in Europa oggi è sempre più costoso e le saline di Giraud hanno abbandonato i fasti di un tempo. Ad un primo sguardo sembra che l’opera dell’uomo abbia distrutto ogni forma di vita ma anche in questa terra inospitale la vita invece sopravvive. Il colore rosa è prevalentemente causato da un’alga microscopica chiamata Dunaliella salina (non visibile ad occhio nudo) che ha trovato il modo di proliferare in questo ambiente ostile. I rivoli di colore arancio, colore dato da una più bassa concentrazione di sale, ospitano un’altra forma di vita, l’Artemia salina, un piccolo crostaceo che si nutre delle alghe microscopiche che pullulano le saline di Giraud. Dove l’acqua assume il colore viola, l’alga microscopica non ha “nemici” e prolifera indisturbata.
L’uomo ha cercato di dare ordine e struttura al caos della natura sacrificando l’ambiente del delta del Rodano originariamente più variegato. Quanto dureranno ancora questi paesaggi? Alla fine la natura prenderà il sopravvento sull’opera dell’uomo?